Sarebbe facile rispondere semplicemente Shonda Rhimes (creatrice di Grey’s Anatomy), ma dal mio punto di vista la cosa va ben oltre.
Per chi non conosce la serie tv, molto brevemente, è la storia d’amore tra il dottor Derek Sheperd e la dottoressa Meredith Grey, durata per 11 anni tra alti e bassi. Una storia che aveva incantato tutti, che ti permetteva di sognare ancora il principe azzurro.
Proprio questa mattina scambiando qualche messaggio con la mia amica Evelyn, lei mi ha fatto presente proprio questa cosa: ormai non ci si può più permettere nemmeno di sognarlo il vero amore.
Subito mi sono messa a ridere ma poi riflettendo bene ho capito il vero senso delle sue parole. Oggi sempre di più abbiamo come modelli persone e situazioni che provengono dal mondo della tv e dalle fiction. Le persone sognano, amano e soffrono con i protagonisti.
Non sono qui per giudicare se sia giusto o sbagliato avere come modelli personaggi di reality o di fiction, ma solo per fare una riflessione su come un produttore televisivo possa realmente spezzare il cuore a un telespettatore cambiandone le convinzioni.
Le convinzioni sono affermazioni circa la vita in cui crediamo, come per esempio l’esistenza del vero amore. Cosa può accadere quando si arriva ad una forma di coinvolgimento molto alta come è capitato con la morte del protagonista di Grey’s Anatomy? Possono crollare delle convinzioni che magari si vanno a sostituire con altre meno utili, ad esempio: “il vero amore non esiste”.
Proprio per questo motivo ho preso come riferimento il caso della morte di Derek, protagonista da 11 anni della sua meravigliosa storia d’amore con Meredith. Leggendo i vari commenti sia italiani che americani, Shonda Rhimes ha proprio commesso questo grave errore. Data la grande influenza che i personaggi delle fiction ormai hanno su di noi, ogni produttore dovrebbe impegnarsi a stare attento a queste cose, e non solo a pensare che se litiga con un attore lo può mandare fuori uccidendolo. Le persone hanno sognato, sperato e magari trovato l’amore grazie a questi personaggi, perché dopo tanto tempo disilluderli in questo modo? E’ come dirgli dopo undici anni: “Vi ho preso in giro, il vero amore non esiste”.
E via che in questo modo tutte le buone convinzioni a tale proposito vengono spazzate via in una scena. Il picco emotivo è talmente alto che la persona in quel momento non riesce a distinguere che si sta parlando di personaggi di una fiction, ma ricalca l’episodio nella vita reale. Ed così che mi sono arrivati in questi giorni un sacco di messaggi (e se dico un sacco sono veramente tanti) di persone che facendo riferimento alla morte di questo personaggio fittizio, mi hanno scritto che “l’amore vero non esiste, ci rinuncio, mi sono già scottata molte volte”.
I produttori sanno benissimo come creare emozioni nei telespettatori, allora mi domando perché essere così diseducativi?
Basta! Abbiamo voglia di tornare al lieto fine!