Questa riflessione sulla gratitudine nasce da alcuni avvenimenti che ultimamente mi hanno portato a fare pulizia sociale intorno a me.
Quando siamo piccoli una delle prime parole che ci insegnano quando si inizia ad interagire con gli altri è la parola “grazie”, poi non so cosa accade, ma quando si cresce è una delle parole che diciamo di meno, anzi a volte neanche ci ricordiamo a chi dovremmo dire grazie, dando tutto per scontato. Capita spesso che la parola che si sente maggiormente quando si parla con qualcuno è: DEVI fare questo piuttosto che quest’altro. Insomma quello che voglio dire è che spesso pensiamo che molte cose ci siano dovute. Facciamo esempi concreti: rapporto genitori e figli e rapporti lavorativi.
Per quanto riguarda il rapporto tra genitori e figli molto spesso si pensa che siano i figli a dover essere grati ai genitori. Cosa molto vera di sicuro, ma iniziamo anche a pensare all’inverso. Quando si cresce iniziamo a diventare persone indipendenti rispetto ai nostri genitori, con personalità differenti e soprattutto con pensieri differenti. Quello che accade molto spesso è che nonostante i figli crescano da parte dei genitori è difficile accettare il fatto che i figli possano essere ora indipendenti, e magari dare degli spunti in più anche ai genitori. Soprattutto in alcuni momenti di bisogno, forse le ultime persone che si chiamano sono proprio i figli. Non si ritengono magari all’altezza di essere dei saggi consiglieri ora che sono cresciuti. Io ho un figlio di 4 mesi, ammetto che il pensiero di pensarlo saggio consigliere all’inizio mi risultava difficile ma poi quando penso a quanti cambiamenti ho già fatto in meglio da quando sono rimasta incinta, gli dico GRAZIE Richard. Sono sicura che più cresce e più potrò fare affidamento anche su di lui.
L’altro giorno parlavo con una mia cliente che in questo momento si trova a dover aiutare i suoi genitori in un momento particolare ma deve farlo attraverso il suo compagno se no non viene presa in considerazione. Chiaramente l’importante è arrivare al risultato, ma questo comporta il fatto di non poter essere poi grati alla persona giusta. In sintesi deve fare anche fatica ad aiutare i suoi genitori. Sono situazioni paradossali ma capitano più spesso di quanto si pensi.
L’altro esempio che citavo è la gratitudine verso persone che hanno contribuito ad aiutarti nella tua attività lavorativa. Lavoro in un settore in cui la concorrenza è davvero tanta, ma che questa concorrenza sia di qualità è un altro discorso. Personalmente mi è capitato già diverse volte di aiutare colleghi che poi nemmeno ti dicono grazie e si vantano magari di avere fatto tutto da soli. Sinceramente? Finché si parla di genitori e figli penso ci sia sempre una via di mezzo che poi ti porta a trovare un chiarimento, quando si tratta di colleghi è già più difficile. Rischi di trovare persone, che possiamo chiamare “vampiri energetici” da cui è meglio stare alla larga, o se è già troppo tardi, facciamo in modo che non facciano parte più della nostra vita.
In poche parole, ringraziamo e chiudiamo la porta. Questo è un atteggiamento che io adotto nei casi in cui le persone non dimostrano gratitudine. Ammetto che questo mio comportamento spesso viene criticato perché troppo duro, ma vi garantisco che da quando ho fatto pulizia sto veramente molto meglio!