Sono le 20 circa. La giornata è stata pesante. Il mio piccolo finalmente è riuscito ad addormentarsi, in questi giorni i dentini gli danno da fare.
Un bel respiro, qualche carezza ancora e soprattutto silenzio.
Dovrei lavorare ancora un po’, ma mi soffermo un attimo, semplicemente a godermi un po’ di silenzio. SHHH, silenzio anche nella mia mente e vi garantisco che in questo periodo non è facile.
Non ho voglia di cenare, e chiedo a mio marito di andare a prendere il gelato.
Tornato, mi fa la mia tazza di gelato e me lo porta in camera. Che lusso stasera J. Lui va di là e non so perché chiude la porta. Mi ritrovo sul letto, con accanto il mio bambino, sola e completamente al buio. L’istinto è quello di chiamare mio marito per fargli accendere la luce, ma poi dopo la prima cucchiaiata di gelato respiro e decido di stare così. Al buio, io e il mio gelato.
Si illumina il telefono, subito sbuffo, poi vedo un nome di una persona a me cara e leggo. Cose di lavoro e non solo. Dopo l’ultimo messaggio dedicato al lavoro le mando un messaggio di sfogo. Semplicemente una richiesta di aiuto.
Continuo a mangiare il mio gelato, al buio, mentre Sara, la mia amica mi scrive e un po’ mi rimprovera. Ecco siamo sempre al solito punto: pretendo troppo da me stessa e il risultato è che poi mi stresso e litigo con mio marito perché il mondo non va come vorrei io J.
Si, è vero, durante il giorno pretendo di fare effettivamente troppe cose. Vorrei lavorare qualche ora in più ma vorrei anche che il tempo con mio figlio non finisse mai, e poi mi piacerebbe stare con mio marito.
“Ascolta i segnali del tuo corpo e del tuo umore e concediti il diritto di non poterne più”, mi scrive Sara e da qui partono i pensieri.
Sono cose che dico sempre anche alle mie clienti mamme, e che solitamente applico. Oggi non ce la posso fare. Noi sappiamo sempre perfettamente cosa è utile fare, pensare o dire nelle situazioni che ci capitano ma non sempre lo facciamo. A volte è utile stare al buio, sola in silenzio e mangiare un gelato e concedersi di non poterne più. Siamo troppo abituati a fare e pensare delle cose secondo ciò che riteniamo essere giusto più che per noi per gli altri, e non ci soffermiamo mai a chiederci se è realmente ciò che è utile per noi in quel momento.
Dai pensaci, quante volte fai le cose secondo pensiero e piacere altrui?
Da mamma, quante volte senti di non poterne più del pianto di tuo figlio e non ammetti che non ne puoi più in quel momento?
Hai mai pensato di chiedere aiuto alle persone a te vicine?
Di solito la risposta è: “Si l’ho pensato ma sai, come faccio a dire a mio marito che in questo momento non sopporto sentire piangere mio figlio? Dopo tutto sono la mamma”.
Ecco questo è proprio il punto: sì sei mamma, ma non solo. TU hai una tua identità, che naturalmente può essere momentaneamente rapita da altro, ma poi bisogna che ci ricordiamo di tornare a casa nostra, nella nostra pelle.
Ho fatto l’esempio del bimbo che piange e la mamma ma può valere anche in tanti altri contesti.
Le emozioni sono fatte per essere provate, accettate così come arrivano, solo così puoi iniziare a gestirle al meglio.
Dopotutto basta solo il tempo di un gelato.
Serve sempre avere qualcuno che ci ricordi certe cose. Quindi stai pronta che a breve, come sempre, dovrai dirlo tu a me 😛
È proprio così lasciarsi andare e farsi guidare dai segnali che ci manda il nostro corpo sarebbe tutto più facile invece noi non ci risparmiamo per nessuno e quando siamo saturi nessuno ci capisce perché siamo abituati a correre per gli altri e a non rispettare i nostri tempi e così il corpo grida fermati e rilassati
È proprio così lasciarsi andare e farsi guidare dai segnali che ci manda il nostro corpo sarebbe tutto più facile invece noi non ci risparmiamo per nessuno e quando siamo saturi nessuno ci capisce perché siamo abituati a correre per gli altri e a non rispettare i nostri tempi e così il corpo grida fermati e rilassati
Ciao Marghe!!
Si hai proprio ragione!! Sai qual’è la cosa che poi mi da più fastidio? Il giudizio.. Molto spesso le persone sembrano essere messe li per giudicarti e come per magia hanno sempre una soluzione per te. Ma… non ti chiedono mai COME STAI!!
Un abbraccio
Caterina
Certo Sara!!
in quasi 10 anni di Coaching ho imparato che essere Coach di se stessi non sempre è utile e facile. Farsi aiutare e soprattutto riconoscere di avere bisogno di aiuto è un gran passo. Non credo ai poteri da super eroi di chi dice che è talmente bravo da fare tutto da solo..
Un abbraccio
Caterina