Chi di voi mi segue oramai sa che a Ottobre ho conosciuto Patrick e Mary Dempsey in Maine.
Vi ho scritto le mie emozioni nel vedere un sogno realizzato, ma in realtà non vi ho mai detto di quale sogno stavo parlando.
So perfettamente che molti pensano che la parte più bella di questo viaggio sia stata il conoscere Patrick. Si, la mia foto e quei due giorni trascorsi con lui possono destare delle sane invidie. E capisco.
In realtà il mio sogno era ben altro. Chi mi conosce bene e mi segue dall’inizio lo sa bene.
Poi non nascondo che è stato meraviglioso incontrarlo. Essere abbracciata e baciata dal nostro McDreamy, certo che fa effetto, ma l’aver trascorso dei giorni con Mary e lo staff del The Patrick Dempsey Center for Cancer Hope & Healing vi garantisco che lo è stato ancora di più.
La prima volta che ho incontrato Serena di Arm Candy Italy, era un giorno di Luglio, un caldo africano e Serena ha fatto ben 300 Km per conoscermi e parlarmi del centro.
Volete la verità? Quando ho parlato con lei la prima volta al telefono dentro di me dicevo: “Si, ok…lo conosce e conosce sua sorella…chissà se è vero”. Ok, avevo visto qualche foto, ma come sapete quando c’è un nome di mezzo come quello di Patrick non sai mai cosa possano inventarsi le persone.
Quando è iniziata la mia passione per Patrick, più volte avevo guardato il sito del centro. Più volte sono stata li li per scrivere una mail per capire se avrei potuto sviluppare qualche progetto nella loro struttura. Poi pensavo: “Ma figurati se mi rispondono, sarà una cosa vip”. La struttura mi colpì fin dall’inizio per le attività che proponevano. Medicina integrativa, Reiki, Yoga, spazio per respirare.
Avevo letto varie volte tutte attività che fanno al centro, e ogni volta mi convincevo sempre di più che volevo poter capire di più, perché quello che fanno è veramente speciale e volevo assolutamente dare il mio contributo.
Poi, ecco che arriva quel messaggio, quel giorno e quell’incontro con Serena.
Mentre parlavo con Serena il mio cuore non aveva più dubbi. La strada era quella giusta.
È stato proprio li che ho deciso che la #SaveDerekCon non sarebbe stata più semplicemente un raduno dei fans di Grey’s Anatomy ma che sarebbe stata qualcosa di più.
Poi la storia della #SaveDerekCon la sapete già…
13 Ottobre, appena arrivata a Auburn vado a fare un giro in centro e ad un certo punto mi imbatto letteralmente nell’insegna del Centro.
Il cuore comincia a battere forte, e subito il pensiero va a mia cugina. Si, a Valentina, morta l’anno scorso a soli 22 anni di cancro. E poi il pensiero va alla mia cara nonna anche lei morta per questa terribile malattia.
Non riesco a varcare quella porta, non sono pronta.
Decido di andare il giorno dopo.
14 Ottobre, ore 10 prendo quell’ascensore e schiaccio il numero 5.
Con il cuore in gola, si aprono le porte faccio un passo e mi sento inondata da un’energia piena di amore e speranza.
Si avvicina una persona gentilissima e mi chiede se ho bisogno, io con la voce tremante chiedo di Mary: “Sono Caterina dall’Italia”.
Non passano nemmeno due minuti che da una porta esce una persona che dire bella è dire poco. Un sole che splende. Emana una luce che non riesco nemmeno a descrivere.
La riconosco subito, è uguale a Patrick.
Mi guarda, e senza che io facessi in tempo a dire qualcosa mi stringe talmente forte che quasi mi manca il respiro.
Ecco come ho conosciuto Mary.
Come nasce il Centro
Nel 2007, la famiglia Dempsey ha contattato il Central Maine Medical Center di Lewiston con l’idea di creare un’organizzazione locale di supporto ai malati di cancro. Amanda Dempsey aveva ricevuto cure al CMMC e la famiglia non voleva solo offrire aiuto altre famiglie colpite dal cancro, ma anche ripagare la propria comunità d’appartenenza.
Il “Patrick Dempsey Center for Cancer Hope and Healing” fu fondato nel 2008 dai figli di Amanda, Patrick, Mary e Alicia, in onore della madre, e in collaborazione con il CMCC.
Il PDCC offre un aiuto con metodi di medicina integrativa e altri servizi completamente gratuiti non solo per il malato ma anche per i parenti.
Ci sono tante cose che mi hanno colpito del centro, e che avrò modo di raccontarvi, ma la cosa che mi ha colpito di più è, come ho scritto sopra, quell’atmosfera di pace, amore e speranza che si respira non appena entri.
Per il mio lavoro, purtroppo, frequento spesso posti dove la malattia è all’ordine del giorno. Solitamente l’atmosfera è pesante, cupa. Invece al Centro no. Questa cosa mi ha colpito molto, perché mi ha fatto riflettere su come molto spesso siamo noi a rendere l’atmosfera pesante quando ci troviamo in un’esperienza di malattia. Già è vero, la malattia fa paura, poi il cancro…ma perché rendere questi momenti ancora più pesanti? Cosa ci impedisce in realtà di poter creare un bel clima nonostante tutto?
I nostri limiti mentali.
Mi sono venuti in mente tutte quelle volte in cui mi sono trovata faccia faccia con questa malattia, e tutte quelle volte in cui avrei potuto fare diversamente ma non l’ho fatto perché sennò non era una cosa seria. Mi sono venute in mente tutte quelle volte in cui avrei potuto fare ridere una persona nonostante la malattia, ma non l’ho fatto per paura di mancare di rispetto.
Poi arrivo al Patrick Dempsey Center, e sento questa energia. Vedo persone che magari hanno combattuto anni con il cancro con un sorriso in grado di scaldare il pianeta, una gratitudine che oggi ormai non si vede più. Semplicemente sento del calore umano.
Volo subito con la testa, a tutto quello che avrei voluto fare da anni, e tutte quelle volte che mi sono detta: “Lascia stare, tanto non capirebbero”. Ora, dopo avere visto e vissuto tutto questo mi dico: “Voglio arrivarci in fondo, voglio dare speranza a chi crede di non averne più, voglio dare un sorriso a chi magari pensa di non avere più niente da ridere, ma soprattutto voglio fregarmene di chi mi dice che tanto non serve a niente”.
Ecco cosa mi ha insegnato Mary.
Partendo da Dereck ho conosciuto Serena e mi sono comprata un bracciale poi sono andata a vedere il sito del Centro e mi si è ‘ aperto un mondo.anch’io ho avuto in famiglia un’esperienza di cancro ma gestita veramente male? Adesso Patrick e ‘ in secondo piano,certo mi piacerebbe conoscerlo ma di piu ‘ evorrei visitare il Centro e Mary che è il suo cuore!