Finalmente è domenica e ho tutta una giornata per godermi appieno mio figlio e mia nipote.
Ero seduta sul tappetone e li stavo osservando.
Mia nipote 2 anni stava giocando con un trapano per bambini e un martello ad aggiustare tutto e mio figlio Richard 11 mesi giocava assorto nei suoi pensieri con una semplice scatola.
Il mio pensiero è volato immediatamente a quando io avevo la loro età.
Ma non ricordavo nulla..
Ho pensato a quanto cambiamo quando si diventa adulti.
Prima siamo capaci di crearci un mondo che non esiste e ci comportiamo come se quel mondo esistesse veramente. Siamo felici senza avere nulla, semplicemente vivendo in quel mondo che in realtà non c’è. Non ci preoccupiamo se abbiamo poco o tanto perché sappiamo che con la fantasia otteniamo ciò che vogliamo.
Chissà cosa rappresentava quella scatola per mio figlio, chissà che cosa ha aggiustato mio nipote.
La cosa sorprendente con mia nipote è stata quando è arrivata sua mamma che le ha chiesto cosa aveva fatto e lei le ha raccontato tutto quello che aveva aggiustato con una nitidezza tale che sembrava essere vero.
Io ero affascinata dalle sue parole.
Perché quando cresciamo ci scordiamo di questa meravigliosa capacità?
Cosa ci porta a pensare di non poterlo fare più?
In questo caso la risposta è abbastanza semplice.
Mano a mano che diventiamo grandi iniziano le regole. Un po’ ci vengono date un po’ ce le creiamo noi stessi. Per non parlare delle convinzioni.
Le convinzioni sono le cose che pensiamo essere vere.
Ma siamo sicuri che tutte le cose che pensiamo essere vere siano frutto del nostro pensiero?
Purtroppo anche qui la risposta è semplice: no, le convinzioni non sono tutte nostre. Finché sono utili va tutto bene, il problema inizia quando le convinzioni di altri che facciamo nostre non sono utili.
Facciamo una prova. Pensate a delle cose che fate o pensate.
Chi delle persone che vi sta vicino pensa o fa la stessa cosa?
Rifletteteci un secondo, quella cosa voi se poteste affrontarla diversamente lo fareste? Prendetevi il tempo di analizzarla, e per molte di quelle cose scoprirete che non sono nemmeno vostre.
Vi faccio un esempio concreto: quando ero più giovane (non che sia vecchia ora) a casa mia c’era il culto del lavoro fisso. L’obiettivo non era tanto fare un lavoro che portava soddisfazione ma avere il posto fisso (Checco Zalone lo racconta bene). Addirittura mio papà pur di mantenere il suo posto ha subito mobbing per anni.. ma shhhh non si diceva perché poi avrebbe rischiato il posto. Per me è stato così per qualche anno. Mentre studiavo lavoravo e anche io avevo questo contratto a tempo indeterminato.
Poi le cose sono cambiate, per me non era importante il lavoro, ma il mio lavoro. Per fortuna mi sono resa conto per tempo che ciò che era importante per i miei genitori non lo era per me e ho seguito la mia strada.
Fate un esame delle vostre scelte, quante sono effettivamente vostre e quante no?
Vi stupirete nello scoprire che almeno il 50% non sono proprio tutte vostre.
Ecco cosa capita quando cresciamo: perdiamo la spontaneità, la voglia di sognare. Diamo per scontato che tanto non ne vale la pena. Eppure io dico, cosa costa sognare?
Niente.
A me piace pensare che con un trapano, un martello e una scatola posso cambiare il mondo.