Mi chiamo Caterina Laureata in Psicologia, specializzata in Coaching e in Ansiologia 😀 . Esiste? Non lo so, ma chi se ne frega, noi Ansiogeni ci siamo capiti.
Si, ho sofferto d’Ansia di Stato e vi dirò di più si stava per trasformare in Ansia di Tratto.
La sapete la differenza?
L’Ansia di Stato è una forma di preoccupazione fortemente contestualizzata ad un particolare avvenimento della vostra vita, che se non gestita può tramutarsi in Ansia di Tratto cioè permanente, che non è quella che ci facciamo dalla parrucchiera. Quando l’ansia entra a far parte di noi vuol dire che abbiamo creato un’abitudine nel modo di pensare alle cose che ci accadono. In realtà abbiamo creato un’abitudine abbastanza del cavolo, ma in quel momento per il nostro cervello è un salva vita.
Abbandoniamo l’idea che l’ansia sia solo una rompiscatole e iniziamo a capire cosa ci vuol dire veramente. Penso di non aver mai conosciuto in tutti questi anni nessuno così testardo come l’ansia! Avete mai provato a darle una forma umana? Un nome? Ci avete mai parlato? L’avete mai ascoltata?
Vedo già le vostre facce perplesse. In fin dei conti l’ansia è uno stato d’animo come gli altri, il perché diventiamo razzisti verso alcuni stati d’animo devo ancora capirlo…
Certi momenti possono essere fonte di divertimento successivo. Fate questa prova. Pensate ad uno di quei momenti in cui avete avuto una reazione non proprio funzionale causata dall’ansia. Guardatevi dall’esterno e rivedete la scena, togliete tutti i suoni e aumentate un po’ la velocità. Cosa accade? Solitamente scappa da ridere nel momento in cui ci rendiamo conto che siamo stati un po’ ridicoli in quella reazione. Bene, tutto serve, anche quei momenti.
Richard Bandler dice
Se siete seri siete bloccati. L’umorismo è la via più rapida per mutare le cose. Se potete riderne potete anche cambiarla
Io amo questa frase, e aggiungo cambiate il “se potete riderne” con “quando potete riderne” e nel vostro cervello accadrà una magia.
Non so se vi ho mai raccontato il mio arrivo in reparto di psichiatria. Ah, si scusate, forse alcuni non lo sanno. A parte essere stata una del Club degli Ansiogeni, sono stata anche ricoverata, insomma non mi sono fatta mancare nulla.
Comunque avrò modo di raccontarvi anche i particolari.
Dunque, entro in reparto, e non ricordavo nemmeno come fossi arrivata li. Mi portano a colloquio con lo psichiatra che mi fa accomodare, mi guarda e inizia a scrivere. La mia vocina interna inizia a dire: “Che cazzo scrive questo che non mi ha chiesto niente”. Rialza lo sguardo, abbozza un sorriso e via che torna a scrivere. La mia vocina: “Mah, forse anche lui ha bisogno di qualcuno”. Lascio che faccia, io non avevo alcuna intenzione di parlare. Quando termina di scrivere la sua anamnesi mi guarda e mi dice: ”Cara Caterina, rimarrai un po’ qui, tanto ci sei abituata”. Io lo guardo, e per fortuna la mia vocina interiore mi dice “Non rispondere, in questo momento il tuo tono non sarebbe il massimo”. Così sto zitta ed esco dalla stanza.
Da quel momento ho iniziato ad apprezzare la cara amica Ansia, che mi ha tenuto compagnia per un po’ di tempo. Il giorno in cui siamo entrate in reparto, la ricordo bene, l’ho visualizzata li vicino a me, con una bandierina bianca in segno di pace, e da allora siamo diventate amiche e le ho promesso di ascoltarla.
Così è iniziata la mia amicizia con l’Ansia e da quel giorno ci facciamo tante risate insieme, oddio a volte anche tanti pianti, ma quello che conta è l’equilibrio che giorno dopo giorno abbiamo costruito.
Ho imparato a riconoscerla, ho imparato ad ascoltarla e ho imparato a trasformarla in forza ed energia.
Non scriverò mai cose del tipo “sconfiggi l’ansia per sempre” o cose simili, perché? Perché ad oggi posso dire che grazie proprio a lei sono ciò che sono e posso condividere ciò che mi ha insegnato. Ecco dove sta la mia forza. Per anni me ne sono vergognata. Il periodo in cui ero appena uscita dall’ospedale ogni persona vicino a me sembrava avesse il compito preciso da Cosmo di ricordarmi ogni istante quanto fossi stata male, finché ho preso il volo.
Oggi quando mi guardo indietro dico: Ansia? Che ridere!
Benvenuto in questa rubrica!!