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Ridere ogni mattina
Una mia buona abitudine quotidiana che mi ha aiutata a gestire la mia ansia è la meditazione della risata mattutina.
Ogni giorno prima di cominciare a lavorare dedico 20 minuti alla risata incondizionata. Mi spiego meglio. Entro in ufficio, tappetino e via che comincio a ridere senza motivo. Inizialmente non è facile, ma nella mia testa mi ripeto che è un allenamento. Solitamente dopo 7/8 minuti la risata diventa di gusto. Sarà perché mi sento un po’ stupidotta a ridere da sola senza motivo…ma poi si sta così bene per tutto il giorno che tutto il resto passa in secondo piano.
Ammetto che non è sempre facile portare avanti la risata. Per il corpo, questo non è importante, ma per la mente può esserlo, è quella che ti frega di più. Per questo motivo ogni giorno concentro la mia attenzione sul come sto bene dopo aver riso e non solo, come questo effetto dura per tutto il giorno. Da un certo punto di vista è come drogarmi di Endorfine naturali.
Come faccio a ridere?
Una delle domande che mi viene fatta più spesso è: come fai a ridere senza motivo? Domanda lecita che per un po’ di tempo mi sono fatta anche io. Poi un giorno durante un Workshock, corso tenuto da Richard Romagnoli, la risposta arriva e anche in maniera molto semplice: ridendo.
Si per ridere bisogna semplicemente ridere 🙂 . È come qualsiasi altro allenamento, almeno all’inizio poi, mano a mano che si diventa più esperti in risata arrivano le illuminazioni per sfruttare al meglio quel momento.
Per un certo periodo quando ridevo la mattina non mi facevo tante domande: ridevo e basta. Per me era una modalità per produrre endorfine fonte di rilassamento per la mia giornata.
Poi mi sono ingegnata. Dato che oramai mi risultava semplice ridere, come avrei potuto rendere quei venti minuti ancora più potenti?
Ridere di ciò che ci preoccupa
Nella vita quotidiana ci sono tante cose che ci preoccupano e che possono essere fonte di stress e ansia. Iniziare la giornata pensando a ciò che può non piacere e che può procurare stress non è proprio utile. Ridere per venti minuti, stare bene e poi pensare a quelle cose, può andare a vanificare la maggior parte dei benefici ottenuti in quei venti minuti.
Partendo dal presupposto che quello che ci frega non è ciò che può accadere, ma è come pensiamo a ciò che può accadere, ho iniziato a ridere di quei pensieri inutili.
[bctt tweet=”Ricordo che ridere non è deridere.” username=””]
Ridere vuol dire prima di tutto ossigenare il cervello, e quindi pensare alle cose che sono fonte di stress in maniera diversa.
È molto semplice: prendi il pensiero che ti preoccupa e inizia a ridere, la percezione cambia completamente. Se il pensiero diventa forte, ridi più forte.
Poi la scoperta: quanto fa bene ridere con se stessi
Non mi sono accontentata di questi risultati. Cercavo qualcosa di ancora più forte, impattante sul mio stato d’animo. Una mattina ecco la risposta.
Mentre stavo ridendo, ero seduta sulla mia sedia. Erano le 7 del mattino e avevo davanti il computer. Non so perché ma era aperto un programma che permette di farti dei video. Senza pensarci un attimo di più, anche perché stavo ridendo, clicco su REC e il video parte. Dopo qualche minuto di video, sempre continuando la mia risata, attivo il video. Rimango praticamente scioccata nel vedere me stessa mentre rido, con gusto. Inutile dire che mi sono ritrovata a ridere con me stessa. Guardavo i miei occhi, e ascoltavo la mia voce che rideva e io con lei. Non ero più sola a ridere, ma con una persona molto importante: me stessa. Avevo gli occhi molto luminosi. Era tantissimo tempo che non mi guardavo attentamente. Era tantissimo tempo che non mi soffermavo su me stessa. Mentre ridevo a volte facevamo anche le stesse mosse. Eppure ci ho messo un po’ a riconoscermi.
Da quel giorno ogni giorno almeno gli ultimi dieci minuti di risata li dedico a ridere con me stessa. Accendo il video e via che si ride insieme.
Penso che tra gli esercizi sull’autostima che ho fatto in tutti questi anni, questo sia il più potente di tutti.
La persona più importante sei tu
Molto spesso ci dimentichiamo che la persona più importante sei tu. Qualcuno può obiettare pensando che sia un discorso da egoista, ma vi garantisco che non è così.
[bctt tweet=”Se non ti occupi di te stesso e della tua felicità, come fai a occuparti di altri?” username=”@catpet79″]
Se io non fossi felice, come potrei trasmettere a mio figlio la felicità? Questo purtroppo è lo scoglio più grande che incontro quando lavoro con le persone. Siamo troppo abituati ad attribuire la felicità a fattori esterni e quindi difficilmente si trova. Ci si dimentica di cercare nel posto più vicino che c’è: dentro di te. Per molti anni mi sono interrogata sul significato della mia ansia. C’erano dei momenti che rimanevo intrappolata nei miei stessi pensieri. Ora mi rendo conto che mi ero dimenticata di chiedere un parere alla persona che veramente avrebbe potuto aiutarmi: me stessa.
Il mio consiglio per te?
Fai un piccolo video dove ridi. Riguardatelo e scriviti le sensazioni, potrai avere delle rivelazioni molto utili!
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