Oggi ospite speciale nel mio blog la dott.sa Cristina Borroni, psicoterapeuta ad indirizzo Rogersiano, approccio che amo particolarmente.
Ho chiesto a Cristina di scrivere per i miei lettori qualcosa relativo all’ansia e quando mi ha proposto questo articolo mi sono detta: “Questo di sicuro piace ed è utile”.
Poi ho iniziato a scorrere le righe e mi sono emozionata nel leggere le sue parole.
Per molto tempo si e pensato, e qualcuno lo pensa ancora, che psicologia e coaching siano in competizione. Per me in particolare, da Laureata in Psicologia e amante alla follia di questa scienza, leggere come una psicoterapeuta tratta questo argomento in modalità flessibile è una piccola grande vittoria.
Altro grande insegnamento è che collaborare si può e la competizione è solo per i più deboli.
Quindi, grazie Cristina e buona lettura a tutti voi!
Ansia e cibo
Dottoressa cosa si deve fare quando uno sfoga le sue ansie sul cibo? E poi si sente in colpa per aver mangiato troppo?
Per rispondere a domande come questa che mi sento fare spesso dai miei clienti, io partirei dal significato di mangiare, cosa rappresenta il cibo per noi?
Secondo la letteratura, mangiare significa essere in contatto ed essere in armonia con noi stessi, il nostro corpo e gli altri.
Le cose però non sempre sono così equilibrate, non sempre viviamo in armonia con il nostro corpo, con il mondo, con gli altri e ci sono periodi in cui i conflitti e delusioni si ripercuotono sul nostro modo di nutrirci e possono interrompere l’armonia tra le esigenze del corpo e i desideri della mente facendoci smettere di mangiare trascurando i messaggi della fame, o farci eccedere trascurando quelli della sazietà.
Numerosi studi clinici hanno dimostrato che alla base dei disturbi del comportamento alimentare ci sono le emozioni.
A questo punto vi chiedo quando avete questi attacchi di fame nervosa cosa provate? Fermatevi un attimo e al posto del senso di colpa analizzate il vostro stato d’animo, chiedendovi proprio “Come sto?” “Cosa mi ha scatenato questo attacco di fame?” e ascoltate il vostro “secondo cervello”, la pancia, cosa vi dice?
Sono convinta anche che nella nostre vite, così estremamente indaffarate, non ci rimane molto tempo per noi stessi.
Allora cosa fare? Dobbiamo riguadagnare il controllo di noi stessi non attraverso una rigida restrizione alimentare alla quale spesso attribuiamo il significato di rinuncia e sacrificio, bensì cominciare a mangiare con consapevolezza che significa mangiare o bere essendo consapevoli di ogni morso e di ogni sorso, consentendo a noi stessi di apprezzare pienamente il profondo vissuto sensoriale del mangiare e di porre maggiore attenzione a quello che ci mettiamo nel piatto.
Mangiare consapevole significa trasformare un momento spesso affrettato e superficiale, in un’esperienza spirituale. Non solo, imparando a mangiare con consapevolezza tutto il cibo ci sembrerà mille volte più buono e gustoso. Ci basterà anche mangiarne molto meno, perché ne saremo appagati molto prima.
Ecco alcuni consigli per una quotidiana alimentazione consapevole:
Per prima cosa è necessario dedicare un tempo preciso al mangiare evitando di inquinare il momento del pasto con altre attività come guardare la televisione, leggere un giornale, lavorare al computer.
Una volta che il cibo è servito, sia che vi trovate in compagnia o che vi trovate da soli, fate pochi respiri consapevoli per connettervi con il momento presente e con il cibo che state per mangiare.
Cercate di mettere in pratica quindi questi 6 precetti:
- Onorare il cibo. Per farlo può essere recitata una preghiera di ringraziamento come è consuetudine nella religione cattolica oppure possono essere recitate contemplazioni buddiste come “Il cibo è un dono dell’intero universo: la terra, il cielo, numerosi esseri viventi, e molto lavoro duro e amorevole” oppure “Tutti noi si possa mangiare con consapevolezza e gratitudine ed essere degni di ricevere questo cibo”.
- Utilizzare tutti e cinque i sensi. Quando si serve il cibo ascolta i suoni, nota i colori, percepisci i profumi e le consistenze e come la mente reagisce ad esse e non soltanto il gusto. Quando dai il primo morso fermati un attimo prima di masticare e senti il sapore come se fosse la prima volta che lo porti alla bocca.
- Servire il cibo in piccole porzioni. La moderazione è una componente essenziale del mangiare consapevole, non solo per evitare la sovralimentazione e il sovrappeso, ma anche per risparmiare le vostre risorse e le risorse del pianeta. Può aiutare usare piatti piccoli e servirsi una sola volta
- Assaggiare piccole quantità e masticare a fondo. Questi comportamenti consentono di apprezzare pienamente il cibo che si sta mangiando e migliorano anche la digestione che inizia direttamente in bocca ad opera degli enzimi contenuti nella saliva. Orientativamente un boccone dovrebbe essere masticato fino a liquefarsi, dalle 20 alle 40 volte a seconda della sua consistenza.
- Mangiare lentamente. Questo aiuta a notare quando si è piacevolmente soddisfatti e a fermarsi prima di mangiare troppo. Consente inoltre di essere consapevoli del proprio corpo mentre si mangia, in uno stato di calma e relax.
- Non saltate i pasti. Restare a digiuno per troppe ore rende impossibile un successivo pasto consapevole, perché la fame spinge a nutrirsi caoticamente di tutto ciò che ci troviamo davanti, con la conseguenza di sovralimentarci
Questi sono solo alcuni dei suggerimenti di cui abbiamo bisogno per ascoltare il nostro corpo, vivere nel momento presente e diventare uomini e donne che si nutrono con consapevolezza e in maniera sana.
Buona alimentazione consapevole a tutti noi, dunque!