Un giorno decisi di scriverti, sinceramente non avevo alcuna idea di come sarebbe andato il nostro incontro di Coaching. Ero emozionata e in ascolto. Determinata a lasciarmi guidare in questa avventura: ritrovare l’equilibrio perso.
La musica, la tua voce, il mio sentire era impossibile non lasciarsi andare, mollare ancore e zavorre che da troppo tempo bloccavano ogni movimento. Man mano che lavoravamo il mio cuore si faceva più sereno ed il respiro più leggero. Quel vento di energia che sentivo sul viso e sul corpo aveva la capacità di infondermi fiducia, darmi il coraggio di affrontare con determinazione paure e fantasmi che affollavano la mente.
Tu eri al mio fianco pronta a sorreggermi nel caso lo sconforto fosse stato troppo grande, era bello sapere che qualsiasi cosa fosse accaduta l’avremmo superata insieme perché in quel momento tu eri lì per me, con me per restituirmi a me stessa.
L’esperienza fatta in quelle meravigliose 3 ore è stata incredibile: paura, tristezza, felicità, coraggio, forza, rabbia, gioia, dolore, pace, promessa, incontro, speranza…
Emozioni che si mischiavano tra loro portandomi sempre di più verso me stessa, nella profondità della mia anima, fino all’incontro con chi sei stata, chi sei ora e chi vuoi essere.
Sono uscita da quel pomeriggio stremata ma piena di una serenità interiore che da tempo non provavo. Ero come sospesa tra il “qui ed ora” ed il futuro. Ora sapevo dove volevo andare. Per la prima volta avevo chiara la direzione e non né avevo paura. Portavo a casa con me un dono:
[Tweet theme=”basic-full”]Se desideri cambiare la tua vita lo puoi fare applicandoti ogni giorno con costanza e determinazione[/Tweet]
[…]Dovremmo tutto imparare a fare quello che io sto imparando piano piano a fare perché tutti noi meritiamo di trovare il nostro centro e l’amore per noi stessi, solo così la felicità tornerà a bussare di nuovo alla nostra porta.
Grazie di cuore
B.A
Non è forse da tutti raccontare cosa si “nasconde” dietro una sessione di Coaching. In fin dei conti non è un segreto e penso possa essere utile per capire cosa si faccia realmente durante un incontro.
Non farò paragoni con Psicologi o Counsellor, non servono a nulla, semplicemente vi racconterò ciò che faccio con le persone che mi chiedono aiuto. Naturalmente la mia è solo una metodologia di lavoro che può essere diversa da quella utilizzata da altre persone, ma di base ci sono gli stessi presupposti.
Il Coach non è un super eroe. Se così si presenta, dubitate dell’efficacia.
Il Coach è una persona che prima di tutto fa e ha ottenuto risultati rispetto ciò che predica. Si chiama congruenza. Se così non è non potrà mai guidarvi nel vostro allenamento. Perché? Semplicemente perché non conosce i processi di ciò per cui state chiedendo aiuto.
Andiamo oltre queste premesse dovute, ma forse scontate.
Le richieste di aiuto le gestisco sempre via email. Invito le persone che mi contattano a scrivermi: mi faccio spiegare cosa provano e cosa vogliono.
Amo molto letteralmente perdermi nelle parole di chi mi scrive. Dopo aver letto chiudo gli occhi e immagino la storia di questa persona.
[Tweet theme=”basic-full”]Dalle parole emergono sempre le emozioni[/Tweet]
Respiro e lascio andare.
Mi piace immedesimarmi per qualche istante: se io fossi attrice protagonista cosa farei per raggiungere quell’obiettivo?
Solo se riesco a vedere il raggiungimento dell’obiettivo accetto di aiutare la persona.
Si, sto dicendo che non sempre accetto di affiancare le persone in un percorso di Coaching.
Perché?
Voi accettereste mai di farvi accompagnare da un taxi senza luci accese?
Il Coach è la persona che può fare luce là dove tu l’hai spenta.
Non dispensa soluzioni o consigli: riesce semplicemente a vedere prima un risultato che aspetta di essere raggiunto. Se non riesce a vedere il punto di arrivo il suo intervento non sarà efficace.
Ecco perché prima di accettare di accompagnare una persona nel suo percorso faccio un gran lavoro su di me.
[Tweet theme=”basic-full”]É una grande responsabilità quella di essere parte della vita di un’altra persona anche solo per qualche ora.[/Tweet]
Mettere da parte il proprio sé e la voglia di successo per entrare nella pelle di un’altra persona non è facile in quanto bisogna adottare un diverso punto di vista che forse non ci appartiene. Bisogna accantonare il giudizio e ascoltare con le orecchie dell’altra persona.
Non confondiamo questo atteggiamento con l’empatia, stiamo parlando di altro.
Quando aiuto una persona mi sento il co-protagonista della sua storia. Immagino come attraverso i suoi processi mentali possa arrivare a raggiungere gli obiettivi. Sono convinta che ognuno di noi ha le competenze per realizzare i propri sogni, a volte quello che manca è credere nelle risorse che già si hanno. Questo è il punto cruciale.
Tu credi in ciò che vuoi raggiungere?
Hai chiaro dove vuoi andare?
Questo aspetto è la prima cosa su cui lavoro.
Se la persona non sa dove andare, aiutala a fermarsi e insegnale ad ascoltare.
Penso sia uno dei momenti più difficili e delicati per un Coach.
Questa è la fase in cui mi fermo ad osservare ciò che accade.
Mi fermo. Non commento. Non giudico. Ascolto e attendo.
Faccio ripetere alla persona più volte il suo obiettivo e glielo faccio immaginare raggiunto.
Come stai dopo averlo raggiunto?
Come stanno le persone accanto a te dopo che lo hai raggiunto?
Si procede solo se le risposte a queste due domande sono positive sennò sarà la persona stessa a capire che non è la strada giusta.
Non tocca al Coach a dire ciò che è giusto o sbagliato. Il Coach fa solo domande, quelle giuste.
Quando l’obiettivo è chiaro nel cuore ecco che come Coach posso iniziare a prendere per mano la persona per condurla verso quelle porte che non ha mai voluto aprire.
E poi cosa succede quando apro la porta che non hai mai aperto?
Ti accompagno per qualche passo e poi ti lascio andare..
Questo è il vero fine di una sessione di Coaching lasciare volare la persona da sola dopo averla aiutata a spiegare le ali e a vedere là dove prima non guardava.