Ogni giorno mi scrivete per chiedermi se io ho sofferto di ansia, quella vera. Mi chiedete come ho fatto a superare quel momento, Vi confidate. Amo molto la condivisione quando è finalizzata a essere di ispirazione all’azione. Non amo quelle condivisioni che hanno come obiettivo il semplice “buttare fuori”.
Questo è il motivo per cui ho aspettato tanti anni prima di scrivere la mia storia. Io stessa avevo da capire tante cose e poi sono della convinzione che con le emozioni non si scherza.
Ecco la mia storia.
Avevo solo 26 anni quando mi sono resa conto di aver bisogno di aiuto. Non riuscivo più a gestire le mie emozioni. Una delusione molto forte in amore. Un carattere insicuro. Pensieri che di certo non erano quelli di un persona della mia età. Soprattutto tanta responsabilità sulle mie spalle.
Un giorno, tanto dolore insopportabile al petto. Non respiravo. Chiedo a mia mamma di essere portata in ospedale.
Lì incontro la solita infermiera che mi propone ciò che temevo di più. Fare un colloquio in psichiatria. Non avevo scelta. Mi rendevo conto di non poter continuare in quel modo. Avevo bisogno di aiuto, ma soprattuto avevo bisogno di riconoscere e accettare ciò che stava accadendo nella mia testa.
Non gestivo più i miei pensieri, che sembrava si rincorressero nella mia mente. Le emozioni avevano preso il controllo della mia testa e del mio corpo. Ricordo poco altro di quel momento.
Questo è stato l’inizio di tutto.
I medici continuavano a dirmi che mi sarei dovuta abituare. Io non volevo credere a quelle parole. Non volevo accettare che a 26 anni la mia vita fosse finita. Avevo dei sogni, dei progetti e un cuore spezzato dagli accadimenti della vita.
Più mi dicevano che non ce l’avrei fatta più la rabbia saliva e piano piano si trasformava in forza. Quella forza che poi mi ha permesso di trasformare in risorse le mie emozioni.
Questo è stato il punto. Riuscire a trasformare le emozioni in risorse.
La domanda che mi fate ogni giorno è: “come hai fatto?”. A questa domanda non c’è un’unica risposta. Ci sono tante cose che si possono fare per diventare amici delle emozioni. Di sicuro il prima passo è: accettare ciò che le tue emozioni ti fanno sentire. Senti male al petto? Accettalo. Senti il nodo alla gola? Non giudicarlo. Ti manca il respiro? Porta aria nella tua vita.
Ma quali sono i passaggi che mi hanno aiutata a trasformarla?
Io li definisco le 3 A:
- Accettala. Finché non accetti il disagio che hai (ansia come altre cose) non porterai mai a consapevolezza il fatto che hai bisogno di aiuto e non lo chiederai. E finché non chiedi aiuto non uscirai mai dai loop dei tuoi pensieri non funzionali, anzi continuerai a giustificarti.
- Ascoltala. Si, ogni disagio ha sempre qualcosa da dirti. Solo ascoltandola imparerai a percepirla nel tuo corpo e nei tuoi pensieri e solo allora potrai capire da dove iniziare. L’ansia non si manifesta nella stessa maniera in tutte le persone. Alcune persone sentono subito delle specifiche sensazioni corporee: morsa allo stomaco, idea di non riuscire a respirare, confusione in testa. Oppure si manifesta con pensieri non utili che poi comunque sfociano in sensazioni. Tutte queste sensazioni o pensieri ricordati che si sono creati per dirti qualcosa. Un’insoddisfazione di base, cose per troppo tempo trattenute, sogni lasciati nel cassetto per lungo tempo. È una richiesta di aiuto.
- Agisci. Inizia a fare delle cose diverse rispetto a ciò che hai sempre fatto. Se fare un determinato pensiero ti porta a quella sensazione di ansia cambia pensiero. Se fare quella cosa ti porta ad avere uno stato di ansia: cambia azione. Come per magia pensieri e azioni diversi causano sensazioni diverse. Ti faccio un esempio: se hai un pensiero ricorrente che ti crea una sensazione non utile, cambia il modo in cui pensi a quella cosa e nota cosa cambia.
Ecco questi sono i tre steps che oggi posso dire “mi hanno salvato la vita”.
La domanda che mi viene fatta spesso è: “funziona con tutti?”. Dipende dall’atteggiamento con cui parti. Ecco perché prima di decidere se aiutare una persona attraverso il metodo delle 3A faccio un colloquio di orientamento per capire quale metodologia sia adatta alla persona al fine di ottenere il miglior risultato.
Per prenotare la tua sessione di orientamento puoi scrivere a caterina@caterinapettinato.it o compilare il form
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