A volte ci si sente a disagio per ciò che stiamo vivendo in un momento particolare della nostra vita.
Sappiamo perfettamente che ci sono atteggiamenti che sarebbe meglio migliorare, ma non riusciamo a capire come fare quel primo maledetto passo.
Spesso si confonde questa difficoltà con una mancanza di motivazione, e forse in alcuni casi è così, ma spesso ciò che si cela dietro quel semplice passo è la paura di scoprire cosa c’è oltre.
Non sai cosa può accadere andando oltre, non sai come puoi stare andando oltre, non sai chi può esserci andando oltre.
Eppure lì bisogna arrivare.
Nella vita accadono tante cose che non ci aspettiamo, ma il punto non è ciò che accade ma come tu decidi di agire a ciò che ti accade.
Le situazioni non gestibili da te accadranno sempre ma sempre ti sarà data la possibilità di decidere come gestire ciò in cui sei coinvolto.
A volte risulterà essere più facile continuare ad indossare la maschera più bella che si ha, per far finta che nulla è cambiato. Tutto ciò per sentirci forti o per sentirci meno vulnerabili?
Ci sono quei momenti della vita in cui è veramente fondamentale esser sinceri con se stessi per trovare il coraggio di agire.
Cosa vuol dire essere sinceri con se stessi?
Vuol dire darsi la possibilità di sentire realmente ciò che si sta provando, ciò che si sta vivendo.
Le emozioni fanno sempre molta paura perché non si conoscono.
In pochi sanno gli effetti che le emozioni hanno sul proprio corpo, in pochi conoscono il proprio funzionamento nel momento in cui provano determinate emozioni.
In pochi sanno veramente emozionarsi.
Ogni giorno persone mi chiedono strategie per “controllare” le emozioni.
Beh, io ogni giorno rispondo che non ho strategie per “controllare” le emozioni, ma eventualmente strategie per imparare a vivere le emozioni.
Cosa centra tutto questo con il quel maledetto primo passo?
Quel passo che può cambiare la tua vita è ancora fermo perché non ti stai dando l’opportunità di vivere le emozioni, perché hai paura di scoprirle.
Cosa puoi fare quindi?
Condividi
A volte si pensa che condividere il proprio stato emotivo equivalga ad appesantire l’altro. Oppure si pensa che agli altri non importa nulla di come ci sentiamo. Non si condivide per non appesantire.
Bene, sappiate che questi pensieri molto spesso sono solo pregiudizi.
Si è vero, magari ci sarà qualcuno non interessato, ma tra le persone che abbiamo vicino ci sarà sempre qualcuno pronto a tenderci l’orecchio e poi anche la mano.
Condividere non vuol dire “vomitare” addosso il nostro stato emotivo. Già in un articolo precedente avevo trattato questo argomento. Condividere vuol dire si buttare fuori, ma con l’obiettivo di ristrutturare mentalmente una situazione che al momento è pesante da tenere nella nostra mente.
A volte non si ha nemmeno bisogno di una strategia, il solo fatto di buttare fuori ci fa sentire leggeri. E come per magia ecco che anche il problema appare un po’ diverso.
Il bisogno di condivisione è un bisogno fondamentale dell’essere umano, perché ci fa sentire accolti e parte di un gruppo, ci fa sentire non soli.
Con chi e dove condividere?
Un errore molto comune quando si parla di condivisione è quello di avvicinarsi a persone che stanno vivendo la nostra stessa situazione. Il simile attrae sempre. È assolutamente normale! Lì ci si sente capiti e soprattutto non c’è bisogno di spiegare.
Riflettiamo insieme.
Entrare in una realtà mentale simile alla nostra ci fa sentire protetti ma non ci aiuta a fare quel primo passo. Non ci aiuta a valutare che possono esserci soluzioni diverse, scenari diversi da quelli che al momento la nostra mente vede e vuole vedere.
Eppure anche se molto difficile trovare il coraggio, condividere con persone estranee al problema a volte aiuta veramente a vedere sfumature diverse che possono aiutarci ad agire in maniera utile a determinati eventi che stiamo affrontando.
Quindi come faccio a fare quel primo maledetto passo?
Qui, a mio parere, c’è una sola soluzione…
Agisci e non pensare, solo nell’azione puoi liberare il pensiero e le emozioni.