In questi giorni non abbiamo scampo. È come se fossimo tutti nel mirino.
Tutti parlano male di noi, della nostra professione.
Siamo diventati tutti orchi.
Di sicuro i giornalisti in tutto ciò non danno un aiuto.
Scrivono ciò che la maggior parte della gente vuole leggere.
Cosa importa se i fatti realmente accaduti non sono poi tutti quelli descritti?
Electroshock (fake news), manipolazione emotiva, plagio, false relazioni, appalti.
Sembriamo sul set di Angeli e Demoni, ma in realtà siamo in Val d’Enza, provincia di Reggio Emilia.
Forse il nome della Onlus Hansel & Gretel (non reggiana) ha in effetti qualcosa d’inquietante, così come il nome del centro sotto il mirino dello scandalo “La Cura”, ma di tutto ciò quanto dobbiamo tenere veramente in considerazione?
No, quando si parla di essere umani, non si può fare sconti.
Soldi e affari a discapito di famiglie e bambini.
Non posso pensare che esistano colleghi e persone che lavorano con altri essere umani pronti per qualche lira a compiere atti di questo genere.
Non posso pensare che bambini possano essere stati tolti dalle loro famiglie in così poco tempo per creare business.
Gli psicologi sono pericolosi, si legge, e la gente ci crede.
Gli assistenti sociali meglio evitarli, ancora si scrive.
Una gara alla discolpa, a parere degli avvocati, sembrano tutti estranei ai fatti tranne gli psicologi e i servizi sociali.
Insomma degli orchi.
C’è però un piccolo particolare che sfugge, sia ai giornalisti che alla gente.
Gli indagati, e ripeto indagati, psicologi/terapeuti sono 5. In Italia ci sono 109.524 iscritti all’albo degli psicologi Italiano (di cui 55.499 psicoterapeuti) che non hanno fatto nulla e che svolgono il loro lavoro in maniera coerente con il codice deontologico.
I fatti accaduti sono molto gravi, e per la Onlus Hansel & Gretel di Moncalieri, non è la prima volta. La modalità con cui vengono comunicate le notizie è altrettanto fondamentale per la tutela di tutte quelle persone che hanno bisogno di aiuto psicologico e hanno il diritto di poter continuare a fidarsi di noi psicologi.
Invece, sempre come da buona prassi ecco che alcuni e ripeto alcuni giornalisti cosa fanno?
Infangano notizie, scrivono in maniera ambigua, titoli da film horror non considerando l’impatto psicologico che ogni singola parola può avere sul mondo emotivo delle persone. Inoltre tutto ciò influisce in maniera negativa sulle richieste di aiuto. Chi deve chiedere aiuto ha paura a farlo, non si fida più. Il danno che si crea è in misura molto maggiore rispetto ciò che si è creato con i fatti reali.
Ma di questo non ne teniamo conto vero?
Chi se ne importa dei fatti realmente accaduti, delle reali emozioni dei bambini e delle famiglie.
Chi se ne importa di ciò che viene riflesso oltre della notizia.
Realmente delle persone coinvolte cosa importa?
Dopotutto siamo orchi, ecco come vogliono farci apparire.
Ormai si deve stare attenti a tutto, non c’è tutela né per noi né per i pazienti, perché quando ci sono di mezzo dei soldi, non c’è più umanità.
Lasciate che i veri professionisti continuino a lavorare per salvare ciò che è stato offeso. Lasciate che le 109.520 persone non coinvolte lavorino con serenità. Scrivete ciò che corrisponde a verità, e ciò che è necessario scrivere. Contestualizzate bene l’accaduto. Lasciate stare i giudizi.
Occupiamoci di capire come poter salvare le emozioni di quei bambini e di quelle famiglie che sono state private di umanità. Occupiamoci di capire come possiamo fare in modo che queste cose non accadano più.
Soprattutto lasciamo stare i soldi.
Caterina Pettinato-Psicologa