Sono una persona molto curiosa e mi domando spesso quando guardo i video di vari “guru” del benessere: “chissà come saranno nella loro quotidianità”.
E a voi capita di chiedervi come possa essere la quotidianità di una persona che ha a disposizione tanti strumenti per stare bene?.
Così inizio a fantasticare su come potrebbe essere la loro vita e come superano le difficoltà emozionali o in generale le sfide quotidiane. Saranno così perfetti nel gestire la loro normalità?
Sinceramente ho i miei dubbi.
Come faccio a saperlo?
Semplice partiamo da me.
Da quando ho iniziato i miei studi da psicologa la frase più frequente che mi veniva detta era: tanto tu sai come saltarci fuori anche da sola.
Devo essere sincera, ci ho creduto per un bel po’ di tempo. C’è stato anche il periodo del “salverò” il mondo e avrò il potere di estirpare l’ansia dalla faccia della terra”.
Tutti staranno bene e io sarò sempre in grado di cavarmela da sola.
Ecco che nella mia mente si creava questa immagine di wonder woman pronta ad intervenire per salvare l’umanità.
In verità dopo qualche anno, dai siamo seri, dopo qualche mese di lavoro, ho iniziato a capire come giravano le cose J.
Innanzi tutto non sono una super eroina, ma sono semplicemente una persona che ha a disposizione molti strumenti per la sopravvivenza emotiva che ha scelto di condividere con le persone che hanno bisogno di aiuto.
Mi sono formata, ho studiato tanto, mi sono allenata tanto e continuo a farlo quotidianamente per poter aiutare sempre più persone.
Il mio ruolo non è essere perfetta agli occhi dei miei pazienti, il mio ruolo è essere vera e raggiungibile.
Non mi interessa far vedere ai miei pazienti dove sono arrivata, mi interessa condividere con loro come ci sono arrivata e da dove sono partita.
Non mi interessa apparire invincibile ai loro occhi. Mi interessa mostrare anche le mie fragilità e come le supero.
Si, ho sofferto d’ansia, non mi interessa più nasconderlo, anzi lo dico ancora più forte perché se ci sono saltata fuori io può farlo chiunque.
Piango, mi arrabbio e urlo a volte, non ho il dono della calma sempre e in assoluto.
Non mi interessa applicare sempre le strategie per la gestione dello stato d’animo, perché? Semplice, perché siamo fatti per vivere, sperimentare, sbagliare e riprovare.
Non mi interessa apparire e vincere sull’immagine, mi interessa essere.
Ora riflettete anche voi.
Che ruolo volete avere nelle vostra vita?
Siate sinceri, questa risposta determina il vostro cammino.
Volete apparire, rimanere in superficie o volete vivere la vostra vera essenza?
Le persone che fanno il mio lavoro o similari non dovrebbero avere come scopo quello di dirvi ciò che è giusto o sbagliato, ma dovrebbero avere come obiettivo principale quello di aiutarvi ad osservare la realtà da punti di vista differenti.
Chi sono io per dirvi che la vostra vita non va bene così o cose simili? E non ditemi che non avete mai sentito allusioni simili frequentando quei corsi di crescita personale dove si fa leva sul dolore perché vi vogliono fare sentire delle merde inconcludenti..
Oppure quei “guru della felicità” che hanno la ricetta magica per tutto e soprattutto in tempi da record.
Per non parlare di chi si improvvisa “operatore del benessere mentale” o cose similari senza avere delle basi solide.
Nella vita non esiste il giusto o sbagliato, nella vita esistono delle scelte. Queste scelte determinano la qualità del tuo vivere quotidiano.
Albert Bandura, psicologo Canadese, noto per il suo lavoro sull’apprendimento sociale, sviluppò un concetto molto fondamentale ripreso sucessivamente da tante altre teorie sia psicologiche che legate al mondo del Coaching: il concetto di agentività (human agency).
Ve lo spiego in maniera molto semplice: noi siamo responsabili di ciò che scegliamo di fare indipendentemente dall’esito delle nostre azioni.
Le nostre azioni sono influenzate da tre elementi:
1-fattori personali interni, come convinzioni, credenze, vissuti emotivi, emozioni e fattori biologici;
2- comportamento;
3- ambiente circostante;
Le nostre azioni sono il frutto dell’interdipendenza di questi tre fattori.
Quindi, quando si crede a quelle ricette magiche e alla perfezione del mondo altrui si sta decidendo che è l’ambiente circostante ad avere la meglio dimenticandosi che i soli e unici responsabili di ciò che proviamo siamo noi.
Allora credete ancora che la mia vita sia perfetta????