La mia riflessione di oggi parte da una mail che ho ricevuto da una ragazza che mi segue su Facebook. Riporto le sue parole:
“Cara Caterina, oggi ti scrivo per chiederti una cosa. Da quando ti seguo, ho iniziato anche a fare caso a quanti Mental Coach ci sono su Facebook. C’è un aspetto in particolare che mi ha fatto riflettere anzi a dire il vero mi ha infastidito nel momento in cui l’ho consapevolizzato: molti dei tuoi colleghi non fanno altro che post per celebrare la loro vita. Ogni cosa che fanno viene postata come se per il loro lavoro fosse indispensabile scrivere ogni cosa che stanno facendo.
Da quello che mi ha insegnato tu, ho sempre pensato al Coach come una guida, che quasi non si vede e non si sente, una persona che può farti da punto di riferimento in silenzio, che parla solo quando hai bisogno. Una persona che domanda e ti indirizza senza celebrare ciò che fa, ma celebrando ciò che fa la persona guidata, proprio come hai fatto tu con me. Quindi proprio per questo ti ringrazio, perché nel mio cammino avrei potuto incontrare un coach fra i tanti, invece ho incontrato te”.
Ho voluto riportare il testo completo della lettera in quanto penso che sia molto bello. Non per le parole toccanti che usa nei miei confronti, ma per la consapevolezza di questa ragazza, che ha perfettamente centrato la vera anima del Coaching. Penso sia una delle più belle descrizioni della figura del Coach che io abbia mai letto.
Naturalmente le sue parole mi hanno fatto riflettere, e devo riconoscere quanto ciò che ha scritto sia vero. Nel mio profilo Facebook ho molti colleghi come amici, e in effetti molti cadono in post di autocelebrazione piuttosto fastidiosi. Attenzione, non sto dicendo che non è buona cosa farsi pubblicità, io stessa lo utilizzo, dico soltanto che il messaggio che passa in alcuni casi (per fortuna non per tutti) è: “Io faccio tutto e sono bravo, sono sempre in giro, sono famoso, sono in tutti in luoghi, sono il top ecc… ecc…”.
Il problema non è postare ciò che si fa, ma come lo si fa. Faccio un esempio: se io scrivo oggi ho fatto questo corso, domani sarò da un’altra parte, poi faccio anche questo e quest’altro, il messaggio che può passare è naturalmente autocelebrativo. Tutti lavoriamo e facciamo tantissime cose durante il giorno. Non solo noi coach!
Invece se postassimo per esempio gli insegnamenti delle cose che abbiamo fatto o avvenimenti che non coinvolgono solo noi, sarebbe già molto diverso.
In poche parole, cari coach, non raccontiamo solo di noi, ma ricordatevi che possiamo raccontare di noi anche attraverso gli altri. Se noi otteniamo dei grandi risultati, così come tante altre persone, è grazie anche a chi decide di lavorare con noi, di fare i nostri corsi, di affidarsi alla nostra guida.
Se qualcuno vuole toccare con mano ciò che dico faccia questa ricerca (che io naturalmente ho fatto): individuate qualche profilo di Mental Coach da Facebook, seguitene i post e vi accorgerete che i “mi piace” e i commenti sono sempre delle stesse persone, a volte varrebbe si farebbe prima a creare un gruppo chiuso. Quindi se lo utilizzano come mezzo pubblicitario siamo sicuri che funzioni? Qui chiedo aiuto ai Marketer.
Rispetto alle parole che mi ha scritto la mia cliente posso dire questo: per fortuna non tutti i coach sono uguali, ma capisco che per chi non è del mestiere diventa difficile capire i parametri di bravura di questi professionisti.
Concludo riportando le parole di Robert Dilts:
“La cosa più importante che posso fare è aiutare le persone a credere in loro stesse e a riconoscere il valore di ciò che stanno facendo.
Uno dei modi migliori per consigliare gli altri è quello di essere un modello efficace” (R.Dilts).
Ciao Caterina,
bellissimo questo tuo articolo.
Le tue riflessioni le condivido in pieno, grazie per avermi ricordato una volta di più che il lavoro del Coach è mettere le persone al centro per far si che raggiungano ciò che loro desiderano.
Credo ci siano due categorie di Coach oggi sul mercato, e la differenza secondo me sta nel fatto che tanti “FANNO” i Coach per autocelebrarsi solo dei propri successi per aumentare il proprio Ego, e poi invece ci sono quelli che “SONO” Coach, che celebrano e festeggiano i risultati dei propri clienti.
Davvero grazie…
Claudio
Ciao Claudio,
grazie per aver condiviso il tuo punto di vista :). Sai prima di pubblicare l’articolo ci ho pensato un po’, in quanto sicura di scatenare anche della rabbia da parte di qualcuno come già avvenuto :). Il punto è proprio questo: quando ti riconosci nei successi del tuo cliente, allora si che sei un Coach con C maiuscola. Purtroppo siamo circondati da tanti coach esemplari ma anche tanti coach sull’etichetta.. Io sinceramente preferisco rimanere come sono e essere una guida silenziosa ma presente nei risultati dei miei clienti. Poi ognuno fa quello che ritiene più giusto :).
Caterina