Non so se sia un caso o meno, ultimamente sto ricevendo tante email che riguardano questo argomento. Dato che Ansia? Che ridere! ha come scopo principale proprio quello di condividere con voi qualcosa che può esservi di aiuto, ho deciso di condividere con voi proprio ciò che è stato l’inizio di tutto.
Questa parte della mia storia non l’ho mai raccontata.
Per me è stata un periodo molto doloroso in quanto da lì è scaturito tutto il mio malessere.
C’era una volta
Quando mi sono sposata avevo 22 anni. Pensavo di essere innamorata, ma ora posso dire che non sapevo proprio cosa volesse dire essere innamorati allora.
A circa dieci mesi dal mio matrimonio ecco quello che molti definirebbero il vero amore.
In poco tempo decido di separarmi, in onestà, quindi raccontando tutto al mio ex marito e di uscire di casa. L’idea all’inizio non mi piaceva molto. Sarei dovuta tornare a casa dai miei, allora, appena laureata non mi potevo permettere di avere una casa in affitto tanto meno lui.
L’amore vinse su tutto, misi da parte l’orgoglio, e tornai a casa.
All’inizio tutto bene. Ogni giorno cercavo di tornare ad un equilibrio, tra sensi di colpa e dispiacere per aver arrecato dispiacere al mio ex marito, ma in fin dei conti mi dicevo gli avevo fatto un piacere. Che senso aveva stare insieme se non vedevo più un futuro con lui?
WOW, che coraggio a soli 23 anni!
Poi quel giorno accadde.
Era passato solo qualche mese quando un bel pomeriggio lui mi disse: “Sai, non me la sento di dire ai miei che sono causa di un divorzio, quindi ti lascio”.
In quel momento il mio cuore si spezzò
Il mio cuore sembrava uscire dal petto, il mio respiro si fermo, iniziai a vedere tutto nero e sentii il peso della vita su di me. Caddi a terra e mi risvegliai a casa del mio ex marito.
Si, perché, il furbone, quello che diceva di “amarmi”, aveva chiamato il mio ex marito vedendo che stavo male. Mettiamoci un pizzico di ironia. Ora al pensiero muoio dal ridere.
Torniamo al mio cuore.
Mi svegliai e stavo molto male, avevo voglia di urlare il dolore ma le parole non riuscivano ad uscire. Cominciai a piangere talmente forte che a mala pena respiravo. “Che cosa ho fatto!” continuavo a ripetermi.
Di quel momento ricordo solo le sensazioni fisiche del panico e della disperazione. La mia mete si riempì di immagini del futuro molto brutte, e questo aumentava la mia ansia. Mi sentivo schiacciata dai miei stessi pensieri, le voci che avevo in testa continuavano ad urlare e io rimanevo impotente.
Questa fu la prima volta che Ansia venne a trovarmi.
Ammalarsi d’amore
Tante storie di ansia hanno come protagonista l’amore. E una domanda che mi sono sempre fatta è: ci si può ammalare veramente d’amore? O dietro c’è dell’altro?
L’amore per natura è un sentimento puro e bello, come possiamo ammalarci di amore?
Eppure molto spesso le storie che sento hanno a che fare con l’amore.
L’amore è quel sentimento che ti porta a toccare il cielo con un dito, oppure a toccare il fondo. Gli essere umani hanno bisogno di amore, ma spesso l’errore che si commette è di ricercare questo amore primariamente al di fuori di se stessi. Ecco cosa fa ammalare di amore. L’idea che senza quella persona noi non possiamo più vivere. Senza quella persona non possiamo più respirare. Semplicemente stiamo dando la nostra felicità in mano a qualcun altro.
Durante il mio primo ricovero, in camera con me, c’era una ragazza di 30 anni, ridotta un vegetale. Non parlava, non si muoveva. Dovevano imboccarla, lavarla e vestirla. Non aveva nessun problema fisico. Non era stata maltrattata. Suo marito aveva solo deciso di rifarsi una vita da solo. Questa ragazza aveva deciso di non voler più agire alla vita.
Io e questa ragazza nonostante le reazioni diverse eravamo entrambe ammalate d’amore.
Lei magari nella sua testa sperava che lui tornasse. Io aspettavo ogni giorno che venisse a trovarmi o che mi scrivesse. Speravo di svegliarmi da quel brutto sogno. Ma non riuscivo a staccarmi da quei pensieri.
L’unica soluzione è lasciare andare
Come ormai sapete, passai 3 mesi di inferno nella mia testa finché un giorno dentro di me qualcosa cambiò. Era come se avessi terminato il mio viaggio agli inferi (come direbbe Jung). Da dove arrivò questa nuova consapevolezza? Solo da me stessa.
Non mi dite che sono stata fortunata, perché è una c….a che ci si racconta quando non ci si vuole prendere la responsabilità della propria vita.
Quando si entra in uno stato ansioso non è che si arriva subito e necessariamente all’attacco di panico o a condizioni particolarmente gravi. Se ci si arriva è perché noi stessi lo permettiamo ma soprattutto non diamo un limite al nostro malessere.
Sicuramente in una prima fase bisogna accettare lo stato d’animo che arriva e accoglierlo, ma poi bisogna agire. Ho scritto agire non reagire.
[bctt tweet=”Lasciare andare vuol dire agire alla vita.” username=””]
Agire non è reagire. Agire è rendersi responsabili della propria vita.
Allora lascia andare quei legami che non servono più. Sii coraggioso.
So che in quei momenti è difficile farlo, l’ho provato. Ma datti un limite di tempo per stare male, se proprio ci tieni a stare male.
Concediti la possibilità di ricominciare
Sei stato talmente innamorato dell’altra persona che ti sei dimenticato che tu stesso sei un persona.
Ti sei dimenticato che per essere amati veramente bisogna prima amarsi.
Ti sei dimenticato che tu sei la persona più importante e che meriti rispetto.
Ti sei dimenticato che puoi essere padrone della tua vita.
[bctt tweet=”Concedersi la possibilità di ricominciare è l’opportunità più bella che puoi donarti.” username=”@catpet79″]
Non pensare mai che sia finita anche se è la mente che te lo consiglia.
Ascolta sempre quello che ti dice il tuo cuore, per quanto spezzato sia batterà per ancora molto tempo.
Ora quando ripenso a quella storia…La porto nel mio cuore e rido con la vita!