Ansia: una strategia mentale
Questo è il momento della settimana che preferisco di più 🙂
Scrivere di Ansia non è facile e soprattutto è un atto molto coraggioso. Si trovano tante cose su questo argomento, ma a volte leggendo ho la sensazione che chi scrive non sa nemmeno di cosa sta parlando. Certo, possono essere consigli molto utili, ma poi in fin dei conti non applicabili per vari motivi. Questo è il motivo per cui, come già spiegato precedentemente, amo scrivere della mia esperienza e non solo. La cosa che mi piace di più è condividere il più possibile con chi ne ha bisogno strategie facili e pronte all’uso per gestire questa emozione.
Molte delle tecniche che oggi consiglio a chi mi chiede aiuto nelle sessioni di Coaching, sono nate durante il periodo del mio ricovero in psichiatria.
La consapevolezza di avercela fatta, non l’ho avuta subito. Ma poi, grazie al mio “diario”, sono riuscita a ricostruire i vari momenti, e questo ha reso possibile la creazione di un metodo ben preciso. Ricordiamoci sempre che la nostra mente per provare la sensazione di Ansia mette in atto una strategia molto precisa, così come quando smettiamo di provare Ansia. Questo è stato vincente, una volta capito naturalmente.
Il mio incontro con Gesù
Era il mio secondo giorno in struttura quando durante la notte arriva un nuovo ospite in preda al panico: “Quello era il mio posto” continua a urlare ad alta voce.
Mi copro le orecchie con il cuscino per non sentire. Dopo poco ritorna il silenzio e decido di alzarmi per andare a vedere le stelle dalla vetrata del salone principale, come facevo spesso.
Con estrema delicatezza mi alzo, per non svegliare la mia compagna di stanza, e in punta dei piedi vado nel salone. Mi siedo. La luce della luna illuminava solo una parte della stanza e solo dopo qualche minuto mi accorgo che due sedie più in là c’è un ragazzo seduto. Giovane, sulla trentina, capello lungo ma curato e pizzetto. Subito ebbi l’istinto di andarmene, non avevo assolutamente voglia di parlare. Anzi ero quasi infastidita dal fatto che qualcun altro in quel momento stava utilizzando quello spazio. Poi lo guardai e notai il suo sguardo perso nelle stelle. Aveva un leggero sorriso sulle labbra. Dopo tutto dissi tra me a me sembra normale.
Ecco che le mie parole finalmente ebbero un suono “Ciao, io sono Caterina e tu come ti chiami?”. Il ragazzo sconosciuto mi guardò con sguardo intenso e rispose: “Io sono Gesù e quello era il mio posto”. Subito rimasi spiazzata dalla risposta, ma poi continuando a guardarlo negli occhi mi resi conto che nonostante tutto stavamo condividendo un pezzo di cielo. Così gli presi la mano, e rimanemmo in silenzio per ore a guardare le stelle.
Quale realtà è quella giusta?
Matteo, (il vero nome di Gesù) era arrivato in reparto durante una fase di ipomania tipica del bipolarismo (fase up). Pensava di essere Gesù e lo avevano trovato in una chiesa mentre litigava con la statua di Gesù affinché scendesse dal piedistallo perché “quello era il suo posto”. Il prete della canonica spaventato aveva chiamato le forze dell’ordine che lo accompagnarono in reparto.
Mi sono sempre fatta una domanda: come si fa a giudicare una realtà percepita da un’altra persona? Come possiamo permetterci di giudicare se sia giusta o sbagliata?
Questo è il principio da cui è nata la consapevolezza che prima di tutto l’Ansia o qualsiasi altra emozione deve essere Accettata.
Accettata sia da noi stessi (se siamo lucidi) oppure da chi vuole stabilire un contatto con la persona in difficoltà.
Parlando concretamente, una delle cose che mi faceva soffrire di più quando stavo male, era proprio il fatto che chi mi stava vicino continuava a rinnegare la realtà che in quel momento stavo vivendo. Mi venivano dette frasi del tipo: “Ma dai, cosa c’è per avere l’ansia? Rilassati e vivi tranquilla”. Oppure c’erano quelli che mi trattavano con pena, e mi definivano con parole del tipo “poverina”.
Insomma in realtà nessuno mi faceva la semplice domanda: “Come stai? Come ti senti?” e mi ascoltava con il cuore. Nemmeno lo psichiatra, che il realtà non mi fece mai parlare.
Questo è quello che accade. Quando una persona non sta bene quello che si tende a fare è immedesimarsi nel dolore della persona (“poverina”) oppure non accettarlo (“ma dai, cosa c’è per avere l’ansia?”). Entrambi i modi per chi in quel momento soffre sono deleteri. Nel primo caso le persone apprensive riversano tutte le loro paure sulla persona malata, e nel secondo si comportano da egoisti pensando di sapere cosa prova la persona che è in difficoltà. In entrambi i casi c’è una non accettazione dello realtà. Per chi sta male è veramente molto difficile negare ciò che sta provando, anzi è impossibile e vi spiego il perché.
[bctt tweet=”L’Ansia è una sensazione che deriva da un’emozione.” username=””]
Le emozioni per natura nel momento in cui le percepiamo esistono. Quindi, come fai a convincere una persona che in quel momento percepisce un’Ansia che non è vera? Eppure è quello che in molti fanno!
Primo passo: accetta l’ansia
Partendo da questo presupposto può diventare veramente molto semplice aiutare chi ha un momento di difficoltà legato all’ansia. Parolina magica: accettare.
Questo è un punto fondamentale non solo per chi vuole aiutare una persona ad uscirne ma anche per chi la sta provando.
Lo dico sempre combattere l’ansia è come combattere con i mulini a vento. Più la respingi più si insinua e aumenta l’energia fastidiosa.
Se non accetti l’emozione che in quel momento stai provando, il tuo corpo andrà in conflitto con la mente. Da una parte il tuo corpo sente una verità (la sensazione) dall’altra c’è la mente che rinnega quanto sente. Il senso di Ansia è dato proprio dal fatto che la mente si ribella verso quella sensazione. I pensieri aumentano e la sensazione di disagio anche. Inutile dirvi che questa è anche la via maestra per gli attacchi di panico.
Inizia ad accettarla così come arriva. Non giudicarla. Non giudicarti. Vivila, solo così le permetterai di scorrere via.
Mettiti in ascolto. Concediti qualche istante per sentire dove nasce questa sensazione, non combattere. Respira e inizia a percepire l’ansia che si scioglie dentro di te.